Problematiche lessico-semantiche nella traduzione di “Delitto all’isola delle capre” di Ugo Betti | ||||
Transcultural Journal of Humanities and Social Sciences | ||||
Volume 4, Issue 4, October 2023, Page 78-87 PDF (986.75 K) | ||||
Document Type: Original Article | ||||
DOI: 10.21608/tjhss.2023.330102 | ||||
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Authors | ||||
Mohammed khaled Mekkawy1; Shirin Taha Elnawasany2 | ||||
1Italian Department, Faculty of Linguistics and Translation, BUC | ||||
2Department of Italian Faculty of Arts Helwan University | ||||
Abstract | ||||
In this article, taken from my master's thesis, deals with a translation analysis of some nouns, adjectives, verbs and adverbs in the Italian play "Crime on Goat Island " by Italian playwright Ugo Betti, translated into Arabic by Egyptian playwright Saad Ardash. The aim of this thesis is to highlight the lexical and semantic difficulties faced by the translator and his translation solutions in the Arabic version, while trying to propose other more suitable translation solutions based on the disciplines of translation studies. In the introduction of this article We will shed light on the main themes recurring in the author's writing, his language and theatrical writing. While in the article itself we will highlight the various semantic issues concerning the translation of nouns, adjectives, verbs and adverbs manifested in the Arabic version. Finally, in the conclusion, we will present the outcomes of this article. | ||||
Keywords | ||||
Translation studies; Problems; Lexicon; Semantics; Betti | ||||
Full Text | ||||
Abstract: Nel presente articolo, tratto dalla mia tesi di master, si svolge un’analisi traduttiva di alcuni nomi, aggettivi, verbi ed avverbi nel dramma italiano “Delitto all’isola delle capre” del drammaturgo italiano Ugo Betti, tradotto in arabo dal drammaturgo egiziano Saad Ardash. L’obiettivo della tesi è di mettere in evidenza le difficoltà lessicali e semantiche affrontate dal traduttore e le sue soluzioni traduttive nella versione araba, cercando di proporre altre soluzioni traduttive più adatte e basate sulla disciplina della traduttologia. Nell’introduzione di quest’articolo getteremo la luce sui motivi letterari ricorrenti nella scrittura dell’autore, sul suo linguaggio e sulla scrittura teatrale. Mentre nell’articolo stesso metteremo in luce le varie problematiche semantiche riguardanti la traduzione dei nomi, degli aggettivi, dei verbi e degli avverbi manifestati nella versione araba. Infine, nella conclusione, presenteremo gli esiti di quest’articolo. Parole chiavi: Traduttologia - Problematiche - Lessico – Semantica – Betti Introduzione Nel presente articolo, tratto dalla mia tesi di master, si svolge un’analisi traduttiva di alcuni nomi, aggettivi, verbi ed avverbi nel dramma italiano “Delitto all’isola delle capre”[1] del drammaturgo italiano Ugo Betti, tradotto in arabo dal drammaturgo egiziano Saad Ardash[2]. In realtà, analizzando l'opera teatrale in questione, si arriva a capire i topòs letterari ricorrenti nella scrittura dell’autore, quali la domanda di giustizia, l’angoscia dell’uomo, il contrasto tra il Bene e il Male, il sentimento di colpa e di responsabilità, il peccato e la questione della condanna. Inoltre, si nota che Ugo Betti ricorre ad un tipo particolare di "scrittura teatrale", che si basa sulla forma dialogica, in cui pervade la lingua parlata dei personaggi, la quale si alterna con la lingua poetica del drammaturgo. Questo linguaggio poetico diviene così il mezzo attraverso il quale lo scrittore scava e mette a nudo l’animo umano, con tutti i suoi lati, anche quelli più scuri. Tornando alla distinzione tra testo teatrale destinato alla lettura e testo teatrale destinato alla scena, è importante dire che per il traduttore che si occupa di tale lavoro, deve tenere conto che si tratta di due traduzioni profondamente diverse. Per questo motivo l’obiettivo di quest'articolo è di mettere in evidenza le difficoltà lessicali e semantiche affrontate dal traduttore e le sue soluzioni traduttive nella versione araba, cercando di proporre altre ipotesi traduttive adatte e basate sulla disciplina della traduttologia.
Com’è ben noto, la semantica è la tipica scienza che studia il significato delle parole, delle frasi e dei testi.[3] E tra le tipologie della traduzione c’è la traduzione semantica che mira a rendere l'esatto significato contestuale del testo di partenza, mentre la traduzione comunicativa fa un trasferimento degli elementi stranieri nella lingua e nella cultura di arrivo, al fine di tentare di produrre sul nuovo lettore un effetto il più vicino possibile a quello che il testo originale produce sui suoi lettori.[4] Le problematiche lessico-semantiche consistono nel caso di alternanze terminologiche, neologismi, lacune semantiche, sinonimi e contrari contestuali, continuità semantica e reti lessicali. Ogni lingua è composta da un numero di parole, cioè da un lessico, che comprende vocaboli e locuzioni diversi da quelli di un’altra lingua, il che porta, quando si traduce, a due diversi problemi, uno al livello dei significanti, l’altro al livello dei significati. Cominciamo dai significanti: fatta eccezione per i pochi prestiti, i suoni che compongono le parole di ogni lingua sono diversi da quelli che compongono le parole equivalenti delle altre lingue. Ne segue che un traduttore incontra inevitabilmente nel suo lavoro dei problemi di ordine fonico e ritmico. Anche il livello del significato pone il traduttore davanti a certi problemi: i significati codificati dalle parole di ogni lingua sono diversi dai significati che sono codificati dalle parole delle altre lingue, tanto che una certa lingua sembra povera di significati quando deve esprimere i significati codificati dalle parole di un’altra lingua, cioè sembra che non abbia corrispondenti. Nell’articolo Aspetti linguistici della traduzione, Roman Jakobson presenta la lista delle soluzioni di cui dispone un traduttore quando il lessico della lingua d’arrivo appare povero nei confronti del significato di una parola della lingua di partenza: Ogni esperienza conoscitiva può essere espressa e classificata in qualsiasi lingua esistente. Dove vi siano delle lacune, la terminologia sarà modificata e ampliata dai prestiti, dai calchi, dai neologismi, dalle trasposizioni semantiche, e, infine, dalle circonlocuzioni.[5] Seguendo una di queste cinque soluzioni, un traduttore può esprimere nella lingua d’arrivo qualsiasi significato codificato nel lessico della lingua di partenza. Ogni soluzione ha ovviamente delle conseguenze particolari a livello stilistico. Può capitare, però, che, un po’ per inesperienza, per un comune errore di comprensione del testo o per una doppia valenza semantica, alcuni termini di una traduzione non siano esattamente fedeli al significato originale, fino ad arrivare ad uno stravolgimento totale del significato. Nel corso della traduzione di quest'opera, il traduttore ha affrontato con serietà il problema della varietà semantica di alcuni nomi, aggettivi, verbi ed avverbi:
Il nome (o sostantivo) è una parte variabile del discorso con cui si nomina una persona, un animale, un oggetto, un’idea, un sentimento, un’azione o un fatto. In relazione alla forma, i nomi sono di genere maschile o di genere femminile, di numero singolare o di numero plurale.[6]
In questo esempio, il traduttore ha tradotto la parola "brughiera" , che indica "un terreno pianeggiante, spesso argilloso o sabbioso, in grado di ospitare vegetazione a crescita bassa"[7], in ""حشائش, cioè "erba", trasformando il luogo (brughiera) in una pianta (erba). Quindi, il traduttore è ricorso alla strategia traduttiva dell'adattamento. Però, dopo aver esaminato il significato italiano del sostantivo "brughiera", propongo di utilizzare la tecnica dell'espansione facendo ricorso al sintagma nominale ""أرض عشبية, che, in arabo, indica "un terreno ampio e pianeggiante che a volte contiene erba di bassa densità, ma non sempre."[8] La mia ipotesi cerca di conservare un rapporto di analogia in grado di delineare una certa somiglianza tra l’originale e la sua traduzione.
Nel Garazanti[9] la parola "nazione" indica il luogo di nascita, cioè in arabo si potrebbe tradurre in وطن o موطن , mentre, come avviene spesso nella traduzione delle opere teatrali, il traduttore ha usato la strategia dell'adattamento sostituendo la parola "nazione" con "nazionalità". Comunque, si potrebbe usare la traduzione letterale per trasportare lo stesso significato del testo originale dicendo أشخاص من موطنه, ed evitare l’introduzione di un cambiamento nella forma, perché non c’è ne bisogno
Nel Devoto la "cerimonia" è una celebrazione di un avvenimento civile o religioso, una formalità o un complimento, mentre il termine arabo utilizzato dal traduttore corrisponde a “saluto”. In questa frase “una cerimonia” indica un complimento o un’espressione d’affetto, perciò suggerisco di tradurla in “مجاملة لطيفة ”
In questa situazione Angelo parla della relazione e del sesso tra le donne e gli uomini del suo paese, il termine "amore", qui, ha un significato connotativo, cioè il significato figurativo di tipo emotivo[10], che indica il sesso, invece del significato denotativo, cioè il significato di base, oggettivo e condiviso da tutti i parlanti,[11] che indica il sentimento d'amore, perciò a mio avviso, “soddisfazione nell’amore” è equivalente a “يشبعنّه جنسيًا” o “يشبعنّه في العلاقة الجنسية”.
In questo esempio il termine utilizzato "البنك" dal traduttore è la traduzione araba del termine "banca" . Inoltre, il traduttore ha usato anche il sostantivo arabo "نضد" come variante e questa scelta traduttiva rappresenta un esempio di traduzione arcaizzata che, a mio avviso, sarebbe meglio evitare perché la lingua è cambiata e il termine "نُضد" non è più comprensibile nella lingua araba. Una buona soluzione traduttiva è "علي الطاولة" o " علي المنضدة".
Secondo il Devoto, il lazzarone[12] è un mascalzone e uno sfaccendato, mentre la parola araba “فشار” ha un senso diverso, in quanto significa una persona che mente sempre. Seguendo la stessa strategia del traduttore, una soluzione traduttiva del sostantivo è culturalmente “صعلوك”; siccome la parola araba "صعلوك" ha più di un significato nella lingua araba come un uomo molto povero o un senzatetto ed anticamente significa anche un ribelle o una persona che non appartiene ad una tribù.[13]
Nel Garazanti il sostantivo "dipendente" significa una persona non autonoma o un lavoratore. Infatti, il termine arabo “مستخدم” è un sostantivo che denota una persona in condizione di dipendenza da un’altra, quindi la soluzione traduttiva di Saad Ardash è corretta, ma si considera una forma arcaizzata. Per tale motivo potremmo trovare un’alternativa traduttiva nella lingua araba come "عامل عندكن".
In italiano ci sono parole che sono quasi simili nel suono e nella pronuncia, ma non sono simili né nella desinenza né nel significato come "velo", che indica un tessuto trasparente, molto fine e leggero[14], mentre "vela" significa un'ampia superficie di tessuto leggero e robusto, in un solo pezzo o di più teli cuciti insieme.[15] Quindi, si deve prestare attenzione a non confondere il significato del termine "vela", in arabo "شراع", con quello della parola "velo", in arabo "حجاب\خمار\طرحة". Tuttavia, il termine “vela” in questo esempio è una sineddoche[16] che sta ad indicare l’intera barca, perciò potremmo proporre questa traduzione: أحيانًا تهب رياح من نوعين مختلفين علي الشراع نفسه.
In questo esempio con il termine "visionaria" Agata intende che Silvia è una persona che ha allucinazioni visive per cause morbose, perciò proporrei di aggiungere una modifica alla traduzione di Saad Ardash, cioè "أنتِ واهمة". Per quanto riguarda il secondo termine "isterica", è un aggettivo sostantivato che indica la persona affetta da isterismo; un’alternativa traduttiva è, secondo me, "مصابة بالهيستيريا o شخصية هيستيرية".
L'aggettivo è una parte variabile del discorso che esprime gli attributi di qualità o quantità della persona o della cosa indicata dal sostantivo a cui si riferisce. Gli aggettivi si distinguono in qualificativi e determinativi.[17]
Il traduttore ha tradotto l'aggettivo "florido", che significa rigoglioso, fiorente, prospero, vigoroso[18]. Quindi, si potrebbe tradurre la stessa parola in ""يانع, che nel dizionario arabo si usa con la frutta e le verdure, o in " "ينيعo "يافع", che si usano con le persone. Quest'ultima traduzione è, secondo me, l'equivalente di "florido" nel contesto descritto.
L'aggettivo "spaventata" indica che lei è piena di spavento, cioè è impaurita[19], perciò potremmo proporre un'altra soluzione traduttiva come أشعر بالخوف oأشعر أنني خائفة . Per quanto riguarda il secondo aggettivo, potremmo usare un'altra soluzione traduttiva per migliorare la traduzione araba come ومتوترةo وقلقة.
Il verbo è una parte variabile del discorso che indica l'azione svolta dal soggetto a cui si riferisce. I verbi si dividono in predicativi, copulativi, transitivi e intransitivi. Nel sistema verbale italiano si distinguono tre modi principali: indicativo, condizionale e congiuntivo.[20]
Analizzando il significato di questo verbo, ho scoperto che Saad Ardash aveva capito, più o meno, il significato corretto di "suonerò", ma il personaggio vuole dire che suonerà il clacson o l'avvisatore del suo camion, ma il traduttore ha utilizzato un'espressione strana nel metatesto. Nel dialetto egiziano si può dire "أضرب كلاكس السيارة", ma nella lingua standard sarebbe meglio dire "سأستعمل بوق السيارة" , " سأنبهكم ببوق السيارة" o "سأضغط ألة التنبيه".
In arabo si potrebbe tradurre il verbo "perdere" in “يفقد”, che si usa quando l’azione succede senza la volontà del parlante, o in “يضيع”, che si usa quando l’azione viene svolta di proposito, e in questo caso il verbo è all’imperativo , perciò potremmo dire دعينا لا نضيع مزيد من الوقت.
Il verbo "convincere" significa che qualcuno o qualcosa induce qualcuno ad ammettere o fare qualcosa[21], e si traducerebbe in يُقنع"", mentre il verbo arabo "يجذب" è la traduzione del verbo " attrarre". Una soluzione traduttiva è " صوته . "يُقنعني
Il verbo "spaventare" ha lo stesso significato di "impaurire"[22], che si traducerebbe nella lingua araba in "يُرعب" o يُخيف"", mentre il verbo arabo "يزعج" è la traduzione del verbo italiano " disturbare" o "infastidire." Una soluzione traduttiva è " لقد أخفتماني" .
Secondo il Devoto, il verbo "strepitare" è un sinonimo del verbo "gridare", il quale si potrebbe tradurre in يصرخ"", mentre il traduttore ha scelto di utilizzare il verbo arabo "يحاول", cioè " provare", forse in un tentativo di generalizzare il parlare che indica l'atteggiamento di Angelo. Una soluzione traduttiva è "كان يصرخ".
In questo esempio il traduttore ha usato il termine ""خلصينا che ha diverse sfumature semantiche nella lingua araba: la prima riguarda il vebo "liberare", la seconda ha il significato del verbo "sollevare" e l'ultima indica un significato legato al dialetto egiziano, cioè "mettere fine a tutto questo" . Quindi, la traduzione di Saad Ardash non è sbagliata, ma avrebbe potuto dire anche "ولننتهي من هذا الأمر".
In italiano il verbo "accadere" è derivato dal verbo "cadere", ma non hanno lo stesso significato; perché il verbo "cadere" significa spostarsi verso il basso, scendere improvvisamente a causa del proprio peso[23], mentre il verbo "accadere" significa Avvenire o capitare per caso[24]. Per questo motivo una buona soluzione traduttiva di questo sintagma verbale "è accaduto" sarebbe " " كانت مجرد حادثة o "لقد كان قدره".
L’avverbio è una parte invariabile del discorso. La funzione dell'avverbio determina il significato di un verbo, un aggettivo o un altro avverbio. A seconda della funzione che svolgono, gli avverbi si distinguono in avverbi di modo, luogo, tempo, quantità, affermazione, negazione, dubbio, interrogativi, esclamativi e presentativi.[25]
Secondo il Garazanti, l'avverbio "discosto" è un sinonimo di "lontano", non 'vicino', perciò il traduttore avrebbe potuto dire علي مسافة منه\ بعيدة عنه قليلًا .
In questo esempio il traduttore ha usato la strategia della trasposizione, cambiando la categoria grammaticale dell’avverbio, sostituendolo con un aggettivo. Infatti, l'avverbio "tremendamente" descrive la gravità della vita noiosa di Agata e il professore Enrico. Mantenendo la categoria grammaticale, una buona soluzione traduttiva sarebbe أصبح كل شيء مملًا بشكل كبير. Conclusioni La scelta dell'argomento di quest’articolo impone la necessità di concepire che, traducendo, non si può mai arrivare ad una traduzione perfetta dell'originale e che ogni lingua ha le sue caratteristiche particolari. Inoltre, è molto importante mettere in chiaro che, qualunque cosa faccia il traduttore, vi sarà sempre una diversità tra il testo di partenza e la sua versione. Tuttavia, il buon traduttore deve avere delle abilità principali quali l'ampia conoscenza delle due lingue e delle discipline letterarie e la disposizione di tenere presente la forma e il contenuto e di rendere il pensiero dello scrittore e lo spirito dell'originale, senza rinunciare alla fedeltà nei confronti dei vari registri del linguaggio. Nel presente articolo ho svolto un'analisi minuziosa del metatesto per mettere in risalto le problematiche traduttive tratte dal dramma come campioni e seguite dalle loro rispettive traduzioni arabe. Nel corso di questa analisi mi sono posto l'obiettivo di determinare i problemi che potrebbe affrontare un traduttore di qualsiasi testo letterario e in particolare le difficoltà, che il traduttore del dramma in questione ha affrontato, riguardanti i problemi lessico-semantici. La varietà semantica di alcuni nomi, verbi, aggettivi e avverbi infatti, ha causato, a volte, confusione al traduttore, tanto che lui ha dovuto fare ricorso, in alcuni casi, al dialetto egiziano per risolvere la problematica della varietà semantica di alcuni termini. Tuttavia, il traduttore Saad Ardash ha contribuito in modo notevole alla diffusione del testo letterario italiano in questione nella cultura araba, nonostante tutte le problematiche a cui si è trovato di fronte, riuscendo così a darci l'unica versione araba di questo dramma.
[1] Betti, Ugo, Delitto all'isola delle capre, Teatro completo, Rocca San Casciano, Cappelli, 1957.
[2] أوجو بيتي "جريمة في جزيرة الماعز" ترجمة د. سعد أردش، وزارة الإعلام، الكويت، العدد 178، يوليو 1984. [3] Cfr. A. Van Dijk, Teun, Testo e contesto: Studi di semantica e pragmatica del discorso, Bologna, il Mulino, 1980, p.37 [4] Cfr. Paola, Faini, Tradurre. Manuale teorico e pratico, Nuova edizione, Crocci editore, 2009, p. 116 [5] Roman Jakobson, Aspetti linguistici della traduzione, in Saggi di linguistica generale, 1963, a cura di Luigi Heilmann, traduzione di Luigi Heilmann e Letizia Grassi, Feltrinelli, 1978, p. 56. [6] Cfr. Dardano, Maurizio, e Pietro, Trifone, op.cit., pp. 103-110. [7] https://www.treccani.it/vocabolario/brughiera/ consultato il 5\7\2023. [8] مجمع اللغة العربية، المعجم الوسيط، القاهرة، مكتبة الشروق الدولية، ٢٠٠٤،ص366.
[9] Pasquale, Stoppelli, Dizionario Garazanti d’Italiano 2006, Milano, Garazanti, 2006, p. 1128. [10] Cfr. https://www.treccani.it/vocabolario/connotativo/ consultato il 24\8\2023. [11] Cfr. https://www.treccani.it/vocabolario/denotativo/ consultato il 24\8\2023. [12] Una parola d'origine spagnola (cfr. lazarino "lebbroso"), che servì a indicare il plebeo napoletano del quartiere Mercato, protagonista, in un certo senso, della sollevazione accaduta nel 1647 e capitanata da Masaniello. https://www.treccani.it/enciclopedia/lazzaro-o-lazzarone_%28Enciclopedia-Italiana%29/ conaultato il 24\8\2023. [13] مجمع اللغة العربية، المعجم الوسيط، القاهرة، مكتبة الشروق الدولية، ٢٠٠٤ [14] https://www.grandidizionari.it/Dizionario_Italiano/parola/V/velo.aspx?query=velo consultato il 5\7\2023. [15] https://www.grandidizionari.it/Dizionario_Italiano/parola/V/vela.aspx?query=vela consultato il 5\7\2023. [16] La sineddoche è una figura retorica di contenuto che consiste nel conferire a una parola un significato più o meno esteso di quello che normalmente le è proprio e viceversa; oppure, scambiando il singolare con il plurale o la specie con il genere e viceversa. https://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/S/sineddoche.shtml , consultato il 4/10/2023 [17] Cfr. Dardano, Maurizio, e Pietro, Trifone, op.cit., pp. 131-139. [18] Cfr. https://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=florido consultato il 5\7\2023. [19] Cfr. https://www.grandidizionari.it/Dizionario_Italiano/parola/S/spaventato.aspx?query=spaventato consultato il 5\7\2023. [20] Cfr. Dardano, Maurizio, e Pietro, Trifone, op.cit., p. 192. [21] Cfr. https://www.grandidizionari.it/Dizionario_Italiano/parola/C/convincere.aspx?query=convincere consultato il 5\7\2023. [22] Cfr. https://www.grandidizionari.it/Dizionario_Italiano/parola/S/spaventare.aspx?query=spaventare consultato il 5\7\2023. [23] https://www.grandidizionari.it/Dizionario_Italiano/parola/C/cadere.aspx?query=cadere consultato il 5\7\2023. [24] https://www.grandidizionari.it/Dizionario_Italiano/parola/A/accadere.aspx?query=accadere consultato il 5\7\2023. [25] Cfr. https://www.treccani.it/enciclopedia/avverbi_%28La-grammatica-italiana%29/ consultato il 5\7\2023. | ||||
References | ||||
Bibliografia
Il corpus
Libri consultati
Dizionari consultati in italiano
Dizionari consultati in arabo
- ابن منظور، معجم لسان العرب، القاهرة، دار المعارف، ٢٠٠٣
- أبو نصر اسماعيل بن حماد الجوهرى، الصحاح، القاهرة، دار الحديث، ٢٠٠٩
- مجد الدين محمد بن يعقوب الفيروز آبادى، القاموس المحيط، القاهرة، دار الحديث، ٢٠٠٨
- مجمع اللغة العربية، المعجم الوسيط، القاهرة، مكتبة الشروق الدولية، ٢٠٠٤
Sitografia
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